29 gennaio 2014

[RECENSIONE] Lo sguardo di Satana - Carrie

Diciamolo: speravo che Chloë Grace Moretz si mostrasse un po' come mamma l'ha fatta, poi ho realizzato che la giovane attrice di anni ne ha 16, mentre la Spacey all'epoca del film di De Plama (1976) ne aveva 26, e mi sono sentito un pochino sporco. Questo giusto per pulirsi la coscienza. Partendo però da questa confessione e dunque da quella scena, di lei sotto la doccia della scuola che ha le sue prime mestruazioni, si capiscono, proprio per la scelta di non mostrare i corpi nudi delle ragazze e della protagonista, due cose: innanzitutto che i tempi sono cambiati. L'America è sempre più un paese puritano e Hollywood si adegua eliminando dai loro prodotti tutto ciò che può turbare nell'americano (medio) la ricerca della castità totale. Strano paese davvero l'America: censura senza pietà i nudi ma è parecchio più permissiva con il sangue. Non sempre, è ovvio, il Piranha 3D di Alexandre Aja ce lo ricorda, ma nella maggior parte dei film è così. In questo caso poi è probabile che abbia contato anche la voce della regista. Un uomo avrebbe mostrato, lo ha fatto De Palma, lo avrebbe fatto anche Verhoeven (penso agli spogliatoi comuni dei poliziotti di Robocop), per dire, e lo avrei voluto anche io. Kimberly Peirce va invece per il sottile, ad esempio quando ci fa capire -senza mostrarlo esplicitamente- che la povera goffa Carrie si stava masturbando un attimo prima di avere le mestruazioni. Lo capiamo (forse) dal viso, prima, e poi dalle sue mani sporche di sangue che lei guarda terrorizzata.
Quell'autoerotismo a base di doccino, come cantavano gli Elii qualche anno fa e un po' come faceva anche Janeth Leigh in Psycho. Una doccia che liberando la libido sgombra la mente dai problemi quotidiani.
La Peirce per tutto il film prova a dare al romanzo di King una chiave di lettura moderna. E qui più che alla presenza di qualche oggetto odierno, sempre nella scena della doccia con le stronze compagne che la prendono in giro riprendendola, appunto, con i cellulari mentre lei è spaventata a morte, più che a questo pensavo al suo modo di muoversi nella scena finale quando fa piazza pulita di chi ride di lei. I suoi movimenti con le braccia, che accompagnano quasi come una danza gli oggetti che sposta col pensiero, al Pulici fanno pensare alle pose plastiche dei super eroi a me invece ad uno di quei videogiochi della Wii, o di quello che è, in cui devi usare il corpo per giocare. Interessante anche perché Carrie in entrambi i casi, sicuramente, non sa neanche che cosa sia un super eroe o un videogioco. E forse ha ragione sempre il fondatore di Nocturno quando dice che quell'espediente è stato messo per attirare ragazzini nelle sale. Così fulminati come li si vuole dipingere evidentemente non sono: se da una parte infatti premiano i supereroi e i sequel (facendo coincidere spesso le due cose) dall'altra bocciano i continui remake fotocopia, compreso questo Lo sguardo di Satana - Carrie, lanciando un messaggio (inascoltato) alle major.
Il buon lavoro e il talento della Peirce nonché l'ottima interpretazione di Julianne Moore (la scena iniziale però è rovinata da un doppiaggio coi piedi!!!), nel ruolo di Margaret White, la bigotta madre di Carrie, risultano quindi sprecate in questa ennesima produzione inutile. Oramai ai giorni nostri spesso risultano più interessanti le campagne pubblicitarie sui film che i film stessi. Con Lo sguardo di Satana - Carrie è accaduto con la candid camera nella caffetteria che vi proponiamo qui sotto.
Il consiglio che posso darvi quindi è di lasciar perdere questo remake anche alla luce della fastidiosa scena finale con la scossa sismica che spacca la tomba imbrattata di insulti di Carrie. C'era nel romanzo di King? Se c'era non andava messa nel film, una chiusura simile fa veramente girare le palle anche perché puzza di sequel. Se poi siete ricchi...



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