13 gennaio 2014

Monsters - RECENSIONE

Da appassionato di cinema, mi capita molto raramente di non saper cosa pensare di un film.
Monsters rientra pienamente in questa casistica.

Durante la visione ho cambiato idea all'incirca ogni cinque minuti sul futuro regista del reboot di Godzilla, l'inglese Gareth Edwards, autore e regista di Monsters: geniale o mediocre? Originale o paraculo?

Andiamo per gradi. Il film si presenta un po' come un “found footage”: riprese semplici e volutamente rozze, pochi personaggi di cui (si capisce subito) seguiremo per intero vita, morte e miracoli.
Per la precisione la storia ruota intorno alla bella di turno, scampata per fortuna a un massacro alieno, e al bello e dannato spedito dal padre di lei in una missione di recupero per portarla a casa sana e salva.

I due si incontrano in un Messico colpito in pieno da un'infezione aliena non meglio specificata salvo per il fatto che genera mostri alti cento metri alquanto incazzosi.
Per tutta la prima parte del film si ha notizia e visione dei mostri solo attraverso le Tv che i due nostri eroi incontrano sulla loro strada (immagini a raggi infrarossi dalle quali emergono tentacoli e caccia bombardieri in azione).
Quello che funziona fin qui è l'ambientazione, un Messico sporco e affascinante più che mai reso molto bene da una fotografia calda e pulita, così come funziona una certa tensione tra i due personaggi. La suspense invece non sempre regge e quando dopo cinquanta minuti ti accorgi che, in pratica, il film non è ancora iniziato, inizi a dubitare.
Però ci sono quegli sprazzi di effetti speciali suggestivi a tener viva la tua attenzione. 
Però la storia continua a mostrarti solo i dettagli di un quadro complessivo sconosciuto in modo frustrante.
Quando saranno costretti ad attraversare la zona infetta in modo spericolato, i due scopriranno insieme a noi un po' di più di quello che sta accadendo, ma se da un lato noi spettatori iniziamo a capire e vedere qualcosa di questa benedetta invasione aliena, dall'altro lato siamo costretti a subire il torpore demenziale dei due personaggi che non sono più capaci della minima reazione fisica ed emotiva, salvo recuperare alla fine in modo scontato e banale.
Insomma, resta la sensazione di un capolavoro mancato di poco. O di un filmetto troppo sopravvalutato. Non ho ancora deciso.

Stefano Nicoletti



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