Monsters rientra pienamente in
questa casistica.
Durante la visione ho cambiato
idea all'incirca ogni cinque minuti sul futuro regista del reboot di Godzilla,
l'inglese Gareth Edwards, autore e regista di Monsters: geniale o mediocre? Originale
o paraculo?
Andiamo per gradi. Il film si
presenta un po' come un “found footage”: riprese semplici e volutamente rozze,
pochi personaggi di cui (si capisce subito) seguiremo per intero vita, morte e
miracoli.
Per la precisione la storia ruota
intorno alla bella di turno, scampata per fortuna a un massacro alieno, e al
bello e dannato spedito dal padre di lei in una missione di recupero per portarla
a casa sana e salva.
I due si incontrano in un Messico
colpito in pieno da un'infezione aliena non meglio specificata salvo per il
fatto che genera mostri alti cento metri alquanto incazzosi.
Per tutta la prima parte del film
si ha notizia e visione dei mostri solo attraverso le Tv che i due nostri eroi
incontrano sulla loro strada (immagini a raggi infrarossi dalle quali emergono
tentacoli e caccia bombardieri in azione).
Quello che funziona fin qui è
l'ambientazione, un Messico sporco e affascinante più che mai reso molto bene
da una fotografia calda e pulita, così come funziona una certa tensione tra i
due personaggi. La suspense invece non sempre regge e quando dopo cinquanta
minuti ti accorgi che, in pratica, il film non è ancora iniziato, inizi a dubitare.
Però ci sono quegli sprazzi di
effetti speciali suggestivi a tener viva la tua attenzione.
Però la storia continua a
mostrarti solo i dettagli di un quadro complessivo sconosciuto in modo
frustrante.
Quando saranno costretti ad
attraversare la zona infetta in modo spericolato, i due scopriranno insieme a
noi un po' di più di quello che sta accadendo, ma se da un lato noi spettatori
iniziamo a capire e vedere qualcosa di questa benedetta invasione aliena,
dall'altro lato siamo costretti a subire il torpore demenziale dei due
personaggi che non sono più capaci della minima reazione fisica ed emotiva,
salvo recuperare alla fine in modo scontato e banale.
Insomma, resta la sensazione
di un capolavoro mancato di poco. O di un filmetto troppo sopravvalutato. Non
ho ancora deciso.
Stefano Nicoletti
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