24 febbraio 2014

J'ai toujours rêvé d'être un gangster - RECENSIONE

J'ai toujours rêvé d'être un gangster è un divertente film che racconta 4 storie di criminalità improvvisata che si intrecciano intorno ad una caffetteria.
C'è il tizio che la vuole rapinare (Edouard Baer), anche se non ha una pistola e con la calza sul viso non ci vede un cazzo, e la cameriera (Anna Mouglasis) che lo vuole aiutare, ed è la prima, poi c'è quella dei due impiastri che rapiscono la figlia di uno ricco, c'è anche quella dei due cantanti amici-rivali che lì si incontrano, ed infine quella dei vecchi gangster che vi fanno ritorno dopo 30 anni o giù di lì.
J'ai toujours rêvé d'être un gangster è un film francese che, almeno nei rimandi e nelle citazioni, prende in giro il cinema americano:
Coffee and Cigarettes di Jim Jarmush. Per la storia dei due cantanti. Nell'altro ad interpretar loro stessi ci sono Iggy Pop e Tom Waits. Per la scelta del bianco e nero.
Pulp Fiction di Quentin Tarantino. Per come dentro alla caffetteria, di entrambi i film, il tempo possa benissimo tornare indietro.
Il Fantasma del Palcoscenico di Brian De Palma. Per un plagio che uno dei due sequestratori super imbranati contesta all'altro e per il nome Swan che viene fatto durante la stessa conversazione: una modella alta nel nostro film, l'impresario ladro e basso nel film di De Palma.
Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman. Quando uno dei vecchi gangster suggerisce di ammazzare Pierrot (Roger Dumas) soffocandolo con un cuscino mentre dorme come, sottolinea lui, nei film con gli indiani.

J'ai toujours rêvé d'être un gangster da noi resta un film purtroppo ancora inedito. Peccato perché la sua reinterpretazione in chiave comica di alcuni canoni tipici del noir non è così banale come potrebbe sembrare a chi legge. Il chiasso e la confusione, altre cose tipiche del noir, vengono interpretate in chiave comica: qui a complicare gli avvenimenti non ci pensa una qualche mente diabolica e insospettabile. A scatenare l'entropia incontrollata è la stupidità dei personaggi, la loro inadeguatezza al ruolo di malavitosi. Non c'è un solo autentico cattivo in tutto il film, o un poliziotto, né una femme fatale. Un'ironia che arriva alla radice delle storie fino a contagiare il tempo e gli spazi, fino ad interferire sul destino dei personaggi.

J'ai toujours rêvé d'être un gangster lo dirige Samuel Benchetrit attualmente impegnato nella post produzione del dramma Un Voyage ancora interpretato dalla sua compagna Anna Mouglasis.

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