27 maggio 2014

[RECENSIONE] Godzilla (2014)

Certo, uno da questi blockbuster non è che deve aspettarsi più di tanto, ma dico io ma almeno un guizzo, cinque secondi, neanche, un momento, un momento in cui si esce dalla facile strada maestra credo che sia un diritto pretenderlo. E invece niente: il Godzilla reboot diretto da Gareth Edwards segue la via vecchia preferendola alla nuova e così lo spettatore sa subito quello che trova.
Forse l'unico colpo di genio è stato (PICCOLO SPOILER) di far durare Juliette Binoche neanche il tempo di una scoreggia. Ed è da questo episodio che poi  in qualche modo il film si sviluppa con il marito di lei (Bryan Cranston) che non si dà pace per la morte della moglie-collega in un incidente nucleare. Anche perché lui è convinto che non sia stato un terremoto a fare tutto quel casino ma qualcosa di più potente e antico. Ovviamente però non gli crede nessuno, neanche suo figlio militare (Aaron Taylor-Johnson). Chiaramente però ha ragione lui: dalla terra escono due esseri subito battezzati MUTI, un maschio e una femmina ovviamente gravida, che fanno un po' il comodo loro andandosene in giro a trovar radioattività per nutrirsi. Quando i militari si dimostrano impotenti arriva Godzilla a riportare l'equilibrio naturale. Ovviamente dell'esistenza di questi mostri una élite di scienziati sapeva tutto e tutto e monitorava in gran segreto facendo scongiuri ed esperimenti sin dagli anni '50.

Tutto raccontato molto bene senza però un minimo di iniziativa/inventiva nella messa in scena, nei temi o nella descrizione dei personaggi. L'elaborazione del lutto dello scienziato Cranston; le colpe dei padri che ricadono sui figli; i riferimenti a Fukushima; la grandiosità della natura che ci ricorda quanto piccolo e insignificante sia l'uomo (tema già presente in Monsters); Godzilla che, da cattivo che passava all'inizio, salvandoci alla fine ci ricorda che i pregiudizi sono una brutta cosa, tutto questo e altro ancora è raccontato senza uscire mai da quel sentiero che si diceva all'inizio, anche i nemici di Godzilla, i MUTI, hanno un design che convince poco, già visto in parecchi film recenti, un po' Cloverfield e dintorni tanto per capirci.

In fin dei conti però stiamo pur sempre parlando del reboot di un remake, ovvio che tutto sappia di già visto e di minestra riscaldata. Lo stesso Godzilla in quanto a strade va sul sicuro e non solo metaforicamente. Eccolo infatti che alla fine se ne torna solitario da dove era venuto, gli abissi oceanici, come viene immortalato anche nella locandina qui sopra, che poi è quella italiana, e se non lo è comunque le si avvicina parecchio, un po' come il Bruce Banner dei telefilm interpretato da Bill Bixby. Il suo non è un addio, lo diciamo per tutti coloro che hanno trovato bello il film, ma un arrivederci: Godzilla infatti, visti gli ottimi incassi, diventerà una trilogia.

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