14 maggio 2014

[RECENSIONE] Parker

Prendetemi per un sentimentale, crocifiggetemi pure, però al di là del fatto che Parker fa, il film ma anche il suo personaggio omonimo, il suo sporco lavoro coinvolgendo con una storia di rapinatori disonesti che si mettono contro un figlio di puttana in piena regola, merito della regia esperta di Taylor Hackford (Ufficiale e gentiluomo, L'avvocato del diavolo) che non si tira indietro quando c'è da mostrare violenze, della fotografia di Jim Muro (regista di Horror in Bovery Street e direttore della fotografia di tantissimi film uno per tutti Strange Days per il quale realizza le numerose soggettive) e della sceneggiatura di John McLaughlin (Il cigno nero, Hitchcock), a parte un po' di intoppi nella solita parte centrale, al di là di tutto questo la cosa che sorprende di più è Jennifer Lopez nel ruolo di una agente immobiliare che non riesce a vendere, con qualche ingiunzione di pagamento sul groppone, sulla soglia dei quaranta ancora a casa con mammà, single disperata un pochino alcolizzata che resta affascinata da Parker, il rapinatore giustiziere, ma non riesce a conquistarlo strappandolo alla sua compagna Emma Booth.
La cosa che più rattrista, della sua solitudine, è che alla fine sarà compensata, con molta gioia da parte sua, dalla parte di bottino che Parker (Jason Statham) le ha promesso e le spedisce tempo dopo. La sua disastrosa vita sociale affogherà in un mare di soldi che però dovrà stare attenta a come spendere. Una clandestinità che finirà per isolarla ancora di più.

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