14 giugno 2014

[RECENSIONE] Le streghe son tornate (Las brujas de Zugarramurdi)

Parlare di Álex de la Iglesia usando un tono accademico non farebbe che sminuire lo spirito anarchico di questo regista che, film dopo film da Azione mutante fino a questo ultimo Las Brujas de Zugarramurdi, non finisce davvero mai di stupire.

In questo nuovo parla di streghe moderne, nel senso di a noi contemporanee, però in qualche modo a cavallo tra tradizione e modernità. Per prima cosa, visto che si è usato il termine a cavallo, la scopa: la famosa scopa che le streghe usavano per volare viene utilizzata qui per sollazzare le parti intime con la scusa di spargere al meglio i loro unguenti magici. Se devono volare semplicemente volano.
Dicevamo però della via di mezzo tra tradizione e modernità. Le streghe di Zugarramurdi abbracciano le varie icone a cui siamo abituati a proposito di streghe. Ci sono quelle brutte, con i capelli stopposi, che mischiano sinistri ingredienti dentro grossi calderoni e cucinano bambini dentro il forno, e ci sono quelle bellissime che ti incantano con uno sguardo rendendoti loro schiavo.
Gli uomini non hanno potere: per fascinazione o per timore sono loro vittime. Quella di Zugarramurdi, luogo sui Pirenei realmente passato alla storia durante l'inquisizione, è una società matriarcale in cui l'uomo non ha il benché minimo potere. A comandare sono tre streghe imparentate, nonna, madre e figlia.
Chi inciampa in loro, e una lettura delle carte da parte della anziana strega aveva previsto tutto, sono un gruppo di rapinatori in fuga con un malloppo verso la Francia. Insieme a loro un malcapitato tassista e anche il suo sfortunato cliente. Era tutto previsto anzi atteso da tempo perché in quel gruppo si nasconde il loro eletto prescelto... e mi fermo qui.

Las Brujas de Zugarramurdi è un film che va visto punto e basta, per ridere con un umorismo che più nero non si può. Scriverne sminuisce la sua folle bellezza. Peccato che per vederlo tocca andare in uno di quei siti che puntualmente vengono chiusi. Speriamo solo che prima o poi qualcuno da noi si decida a distribuirlo.
Per adesso quindi accontentatevi di questa presentazione scritta di getto, anche se qualcosa mi dice che prima o poi ci torneremo per un approfondimento più ragionato.

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