17 gennaio 2015

[RECENSIONE] Exists

Se pensassimo a found footage e boschi credo che a tutti, ma proprio tutti, verrebbe in mente The Blair witch Project. Eduardo Sánchez, uno dei due registi di quel film, ripropone in qualche modo lo stesso binomio anche nel suo nuovo film Exists. Con, però, alcune differenze sostanziali.
Exists innanzitutto è un film che rispetto alla Strega va meno per il sottile. Se infatti in Blair per tutta la durata non si vedeva niente e accadeva tutto fuori campo, al buio eccetera, in Exists molto presto la presenza dell'ostile bigfoot si fa setire e vedere anche alla luce del sole. Insomma, tutto l'orrore suggerito, quel discorso alla Val Lewton che The Blair proseguiva intelligentemente (e paraculamente), con Exists si fa da parte per lasciare il posto a qualcosa di più facile ed immediato, ancora più paraculo, diciamo così.
Al di là di questa scelta di mostrare di più lasciando meno spazio all'immaginazione, in Exists la cosa che non funziona, almeno ad una prima visione, è una uniformità della grammatica. Tutto Exists è realizzato utilizzando quasi esclusivamente le riprese fatte dai cinque protagonisti. Quasi esclusivamente perché ad esempio nella scena in cui il bigfoot insegue uno dei cinque ragazzi in bicicletta, tra le riprese fatte con la GoPro se ne insinua una che da lontano riprende il ragazzo pedalante in fuga e lo scimmione che lo insegue. Da dove viene quella ripresa? Sono telecamere della Forestale americana? Battute cretine a parte sono cose del genere a spezzare la concentrazione dello spettatore. Peggio: annullano la sua volontà di accettare l'incredibile e di spaventarsi. Se poi pensiamo che a noi italiani di bigfoot non ce ne può fregar di meno perché non fanno parte della nostra cultura, bisogna concludere che Exists tutto sommato può restare inedito per lasciare spazio ad altri titoli decisamente più interessanti come L'étrange couleur des larmes de ton corps o Las brujas de Zugarramurdi di de la Iglesia.

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