Di solito ci piace iniziare la settimana con una bella notizia. Questa volta non è possibile farlo. Accendendo il computer la prima notizia che balza agli occhi è di quelle che spingono a rimettersi sotto le coperte nella speranza che sia tutto parte di un sogno.
Ma era inevitabile, non solo perchè prima o poi tocca a tutti ma soprattutto perché a Wes Craven gli era stato diagniosticato da tempo un tumore al cervello.
Craven è il regista che negli anni '70 ha contribuito alla rinascita dell'horror americano. Niente mostri immortali come uomini lupo, vampiri e Frankenstein. Con i violenti L'ultima casa a sinistra e Le Colline hanno gli occhi Craven fa capire ai suoi concittadini statunitensi che i mostri peggiori sono in carne ed ossa e non vengono da altri paesi. Lo stesso concetto lo estende anche nel suo film più famoso Nightmare: dal profondo della notte inventando il personaggio di Freddy Krueger, pedofilo americano che ammazza nel sonno i figli di coloro i quali lo uccisero.
Craven è anche l'autore di Il Serpente e l'arcobaleno, un altro film dai toni onirici che riporta la tematica zombesca alle sue origini haitiane.
Negli anni '90 gira l'horror politico La Casa Nera e inventa la saga di Scream, in cui i giovani assassini (tutti americani e di buona famiglia) indossano la maschera raffigurante L'urlo di Munch.
Questo giusto per dare un'idea ai distratti di chi è Wes Craven. Parole di circostanza non sono in grado di darle, frasi ad effetto nemmeno. Vi lascio allora con le parole che gli ha dedicato il regista inglese Edgar Wright sul suo blog:
«La notizia della morte di Wes Craven mi rattrista molto. Ero un grande fan dei suoi film, era una persona estremamente gentile e non ho avuto modo di conoscerlo di persona così bene come avrei voluto. Per molti di noi cresciuti tra gli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta, il nome di Wes Craven è sinonimo di horror rivoluzionario. Crebbi in una casa senza VHS, potevo solo immaginare gli orrori che si celavano dietro i poster o le copertine di cassette di film come L’Ultima Casa a Sinistra, Le Colline hanno Occhi e Benedizione Mortale. Erano film che non avevo il permesso di vedere, ma essendo un giovane ossessionato dall’horror dovevo sapere tutto su di loro.
Prima ancora che potessi vedere uno dei suoi film, le sintesi sulle copertine mi davano gli incubi. Avevo letto di lui nelle pagine di Starbust e Psychotronic Encyclopedia of Film, quindi sapevo ogni terrificante dettaglio dei suoi primi film senza aver visto un fotogramma.
Lo incontrai brevemente prima di una cena dei Masters of Horror nel 2005, non sapendo se aveva visto il mio film (Shaun of the dead) o meno e così non gli parlai, ero troppo nervoso. Vorrei averlo fatto. Anni dopo andai a una proiezione di La Casa Nera a Cinefamily, dove Wes rispose alle domande del pubblico. Anche in quel caso tornai a casa, perchè era assediato dai fan, ma gli mandai una mail dicendo che avevo partecipato alla proiezione e lui risposte che avrebbe voluto mi fermassi. Anche io avrei voluto, fu l’ultima volta che lo vidi. Avevamo pianificato di vederci per pranzo un’altra volta, ma non ci fu il tempo, e ora sono triste e pieno di rimorsi.». (traduzione rimaneggiata di Bad Taste).
Ma era inevitabile, non solo perchè prima o poi tocca a tutti ma soprattutto perché a Wes Craven gli era stato diagniosticato da tempo un tumore al cervello.
Craven è il regista che negli anni '70 ha contribuito alla rinascita dell'horror americano. Niente mostri immortali come uomini lupo, vampiri e Frankenstein. Con i violenti L'ultima casa a sinistra e Le Colline hanno gli occhi Craven fa capire ai suoi concittadini statunitensi che i mostri peggiori sono in carne ed ossa e non vengono da altri paesi. Lo stesso concetto lo estende anche nel suo film più famoso Nightmare: dal profondo della notte inventando il personaggio di Freddy Krueger, pedofilo americano che ammazza nel sonno i figli di coloro i quali lo uccisero.
Craven è anche l'autore di Il Serpente e l'arcobaleno, un altro film dai toni onirici che riporta la tematica zombesca alle sue origini haitiane.
Negli anni '90 gira l'horror politico La Casa Nera e inventa la saga di Scream, in cui i giovani assassini (tutti americani e di buona famiglia) indossano la maschera raffigurante L'urlo di Munch.
Questo giusto per dare un'idea ai distratti di chi è Wes Craven. Parole di circostanza non sono in grado di darle, frasi ad effetto nemmeno. Vi lascio allora con le parole che gli ha dedicato il regista inglese Edgar Wright sul suo blog:
«La notizia della morte di Wes Craven mi rattrista molto. Ero un grande fan dei suoi film, era una persona estremamente gentile e non ho avuto modo di conoscerlo di persona così bene come avrei voluto. Per molti di noi cresciuti tra gli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta, il nome di Wes Craven è sinonimo di horror rivoluzionario. Crebbi in una casa senza VHS, potevo solo immaginare gli orrori che si celavano dietro i poster o le copertine di cassette di film come L’Ultima Casa a Sinistra, Le Colline hanno Occhi e Benedizione Mortale. Erano film che non avevo il permesso di vedere, ma essendo un giovane ossessionato dall’horror dovevo sapere tutto su di loro.
Prima ancora che potessi vedere uno dei suoi film, le sintesi sulle copertine mi davano gli incubi. Avevo letto di lui nelle pagine di Starbust e Psychotronic Encyclopedia of Film, quindi sapevo ogni terrificante dettaglio dei suoi primi film senza aver visto un fotogramma.
Lo incontrai brevemente prima di una cena dei Masters of Horror nel 2005, non sapendo se aveva visto il mio film (Shaun of the dead) o meno e così non gli parlai, ero troppo nervoso. Vorrei averlo fatto. Anni dopo andai a una proiezione di La Casa Nera a Cinefamily, dove Wes rispose alle domande del pubblico. Anche in quel caso tornai a casa, perchè era assediato dai fan, ma gli mandai una mail dicendo che avevo partecipato alla proiezione e lui risposte che avrebbe voluto mi fermassi. Anche io avrei voluto, fu l’ultima volta che lo vidi. Avevamo pianificato di vederci per pranzo un’altra volta, ma non ci fu il tempo, e ora sono triste e pieno di rimorsi.». (traduzione rimaneggiata di Bad Taste).
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