14 aprile 2016

[RECENSIONE] Hardcore!

Henry non conosce il suo passato, muore ma viene trasformato in una specie di cyborg e riportato in vita dalla moglie scienziata, neanche il tempo di prendere confidenza con il suo nuovo corpo che già deve scappare. Si trova a Mosca e lo cercano ovunque per ucciderlo, in metropolitana, per strada, fregandosene dei poveri passanti. Sono gli scagnozzi del cattivo Akan, un pazzo megalomane dotato di poteri telecinetici. Perché lo vuole morto? Chi è quel tizio che ogni tanto appare per aiutarlo, dotato anch'egli di una forza sovrumana?
Per arrivare al regolamento dei conti più importante, in cui affrontare Akan (Danila Kozlovsky) e capire il perché di tanto accanimento nei suoi confronti, il muto Henry uccide a più non posso.

In Hardcore! però le domande e le risposte su chi sia o non sia Henry, i perché e i percome, non hanno molta o forse nessuna importanza. Quello che interessa al film scritto e diretto dall'esordiente moscovita Ilya Naishuller, quello a cui è stata data più rilevanza, è il percorso: il come Henry arriva nella caverna più oscura. Un come che se ne frega della logica e delle verosimiglianze e riduce al minimo necessario alcuni obblighi narrativi.
Il tutto dal punto di vista di Henry, il che ci obbliga a riprese da voltastomaco e ad una estetica da video games spara tutto. In Unreal o Half-Life però ci si divertiva di più. Ovviamente grazie all'interattività ma diciamola tutta: anche le storie erano più coinvolgenti, costruite. Qui i ruoli dei personaggi, di tutti i personaggi, sono chiari fin dall'inizio. Non c'è coinvolgimento emotivo né superficiale né tanto meno profondo, solo una serie uccisioni che si susseguono senza tregua accompagnati spesso da un umorismo abbastanza becero. Una azione che si ripete all'infinito con diverse varianti, come i vari Jimmy interpretati nel film da Sharlto Copley.
Classico film da guardare tra amici caciaroni, birre e sigarette truccate.

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