12 aprile 2016

[RECENSIONE] Victor: La Storia Segreta del Dottor Frankenstein

Tra le due recenti rivisitazioni del mostro di Frankenstein, quella di Paul McGuinan si inventa e ci racconta il prequel della storia a tutti nota dal punto di vista di Igor.

Innanzitutto Igor all'inizio non ha un nome, ha la gobba e lavora da quando è nato in un circo come clown. Ama silente la trapezista Lorelei. Un incidente durante il suo numero fa intervenire per soccorrerla Victor, che era (non casualmente) in platea, il quale resta sorpreso dalle nozioni mediche del pagliaccio. Victor decide di salvarlo dalla prigionia del circo e lo aiuta a fuggire. Gli dà ospitalità in casa sua. Gli cura la gobba. Lo rimette a nuovo, gli dà un nome, e non uno qualunque, come scopriremo in seguito, e gli parla delle sue teorie sulla vita e la morte. Gli mostra un esperimento sulle sue teorie. La trapezista intanto guarisce ed esce dall'ospedale. Incontra il clown che ora si fa chiamare Igor, lo riconosce a stento. Nella stessa occasione la bella ragazza conosce anche Framkenstein. Lei però a differenza di Igor non ne è affascinata e da quel momento in poi metterà più volte Igor in guardia sui comportamenti di Victor. Che studia medicina e ha sulla coscienza un qualcosa: il motore che lo ha portato a fare quegli esperimenti, anche se lui non lo vuole ammettere. Igor (Daniel Radcliffe) è affascinato da Frankenstein (James McAvoy) soprattutto perché lo ha liberato dalla schiavitù del circo. Ad aprirgli gli occhi sui suoi pensieri e azioni, a mettergli il dubbio su chi sia veramente, ci pensa Lorelei (Jessica Brown Findlay). Perché Lorelai gli è riconoscente, si sente in debito verso Igor per aver aiutato il giovane studente subito dopo il suo incidente al circo. A lei Victor istintivamente non va, lo chiama anche come nel film di Mel Brooks, infastidendolo. Ha istinto e intuito anche l'ispettore Turpin (Andrew Scott) di Scotland Yard che già da un po' di tempo si è messo sulle tracce di Frankenstein e di Igor. Gli esperimenti vanno avanti tra successi e insuccessi e l'ingresso di Finnegan (Freddie Fox), un collega di studi di Victor ricco sfondato e interessato a finanziargli gli esperimenti e poi la fuga quando per i due si mette male. Se Victor Frankenstein è matto, l'ispettore Turpin ha le sue valide ragioni per fermarlo. Lui è quasi un preveggente, ed è tra l'altro anche molto religioso, capisce al volo che dietro certe cose c'è dietro lui, anticipa le sue mosse, supera la legge pur di fermarlo, anche lui perde e ha perso la ragione, perde tutto ma va avanti lo stesso, per lo stesso motivo di Victor ma guardando la cosa dall'opposto punto di vista. Ed è chiaro fin dall'inizio che quando ci saranno da tirare le somme sarà lì, ancora per perdere. Chi non funziona per niente è Finnegan, il vero cattivo del film, all'inizio visto semplicemente come eccentrico si rivelerà nel corso della storia l'unico davvero pericoloso. Il problema è che non ha il fascino che da ogni cattivo ci si aspetterebbe anche perché durante la storia compie solamente una azione davvero cattiva.

Che dire? Victor: La storia segreta del dottor Frankenstein è una ruffianata con qualche idea buona. L'idea di Max Landis (Chronicle) di raccontare gli aneddoti che precedono la storia di Whale (Igor non c'è nel romanzo della Shelley, questo personaggio è una invenzione del film con Colin Clive e Boris Karloff anche se nel primo film si chiamava Fritz) non gli vieta però di narrare ugualmente una sua versione della vicenda lì raccontata. Ed è qui, nell'epilogo, che il film mostra tutti i suoi lati positivi e anche negativi. In quello scontro finale, tra chi la pensa bigotto e chi progressista, tra chi affronta un trauma in un modo e chi in un altro, alla fine si preferisce la strada dritta e spianata con una sola leggera curva, che può spiazzare ma anche no, rispetto a quella tutta curve a gomito con un solo breve rettilineo. Il mostro (interpretato da Guillaume Delaunay, Il Racconto dei Racconti, e da Spencer Wilding, che nel film ricopre anche il ruolo dell'uomo forzuto del circo) appare giusto in quel finale e muore, come è scritto nel suo destino disgraziato, pochi minuti dopo. Niente bambine nell'acqua, ciechi solitari, mogli che lo rifiutano. Con quella morte però Victor fa pace con il suo fantasma, la smette di sputare come Totti e cambia in un certo senso modo di vedere le cose. È cambiato. Igor e Lorelai intanto hanno consolidato la loro relazione amorosa. Dunque anche loro sono cresciuti. Il gruppo si è sfasciato ma è rimasto amico perché è cresciuto insieme. Tutti sono migliorati, e della piccola e unica curva già ci siamo dimenticati. Tutto deve sistemarsi, deve essere sistemato al posto giusto per la possibilità di un nuovo richiamo all'avventura. Una lettera addirittura ci avvisa che la cosa è abbastanza possibile.
Mi sa proprio che un'altra saga ci aspetta.
Niente di più scontato.

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