Greberming è uno di quei corti che in un modo o in un altro ti continua a girare nella testa dopo averlo visto. Un corto con un altro corto dentro che si fondono insieme fino a creare un'atmosfera misteriosa ed enigmatica. Un lavoro quello del regista Francesco Niccolai, che è pieno di tranelli, trabocchetti, enigmi, false piste e veri indizi da scovare per cercare di sbrogliare la matassa. Oppure no, forse è meglio non cercare risposte e lasciarsi trasportare dalla parte del cervello che accetta l'irrazionale senza farsi domande. E se in generale l'horror segue questa semplice regola del guarda e zitto, narrazioni come Greberming un po' la pretendono. Qualche domanda però l'ho voluta fare ugualmente al regista cercando di rimanere insieme a lui sul filo del rasoio del detto e non detto per stuzzicare la curiosità di chi non lo ha visto.
Ciao Francesco grazie per il tempo che ci concedi. Parlaci di te.
Sono nato in provincia di Reggio Emilia nel novembre del 1984. Greberming è il terzo corto che ho girato. Ho girato anche alcuni videoclip, ma lavoro principalmente come assistente alla regia e sceneggiatore. I corti che ho girato sono tutti ‘di genere’. Il primo è un esperimento pazzerello del 2010, un corto di cui esistono due versioni che sono opposte e complementari tra loro, dal titolo 7ARITROSOSORTIRÀ7: sono due gemelli speculari, sette blocchi narrativi montati prima in un verso e poi nel suo contrario, il tutto impastato con superstizioni del sud Italia.
Il secondo corto, Liscivia, l’ho girato a Roma, sotto casa mia, ed è un thriller/horror abbastanza classico, scritto e realizzato al volo nell’estate del 2013: parla di stregoneria nei sobborghi romani, voleva essere un incrocio tra Mauro Bolognini e Sam Raimi.
Arriviamo a Greberming.
L’idea di realizzare Greberming è nata assieme alla costumista Carolina Paterni, originaria di Livorno, dove sono stati girati quasi tutti gli esterni. Il corto è composto esclusivamente da materiale video relativo alla preparazione di un altro corto mai realizzato, intitolato Neurosis. Le riprese comprendono sopralluoghi, prove con l’attrice e momenti di vita quotidiana della troupe. Inizialmente avevamo montato una versione con didascalie che definivano la natura degli eventi narrati, ma poi ci siamo resi conto che togliendo ogni scritta e ogni spiegazione diventava tutto ancora più inquietante. Ora chi vede Greberming non sa cosa pensare, e molto spesso si generano opinioni contrastanti tra gli spettatori.
Il film l'hai girato con una telecamera 4/3 minidv?
No, è una videocamera digitale molto piccola, leggerissima, di quelle ‘da vacanza’, trovata a casa di Carolina. Il ronzio costante che si sente nel corto era prodotto dalla camera durante la registrazione.
A cosa ti sei ispirato per la storia?
Posso parlare della storia di ‘Neurosis, ambientato tra i primi del Novecento e i giorni nostri. Uno degli spunti iniziali è stata la vera vicenda di Gustavo Corridi, imprenditore chimico-farmaceutico livornese accoltellato a morte nel giardino della propria abitazione nel 1867. Si dice che Corridi fosse uno studioso di alchimia e pratiche occulte. Il suo omicidio è sempre rimasto senza colpevole. A Livorno il complesso di Villa Corridi è molto conosciuto, e ospita al suo interno anche i ruderi di un ex sanatorio, abbandonato da una cinquantina d’anni. Sono moltissime le storie misteriose e inspiegabili legate a questo luogo, e da molte di queste avevamo tratto ispirazione per costruire il racconto di ‘Neurosis’. Lo stesso cognome ‘Ricordi’, che compare in Greberming, è un anagramma di Corridi. A partire dal titolo, tutto il corto è disseminato di piccoli enigmi e riferimenti nascosti. Anche la filastrocca iniziale pronunciata da Désirée Giorgetti, l’attrice protagonista, può essere letta su diversi livelli. In generale mi piace che un film abbia tante dimensioni parallele sovrapposte, stratificate, non tutte immediatamente riconoscibili; mi piace giocare con la cognizione e con l’attenzione di chi guarda.
Parliamo di Désirée Giorgetti.
Désirée è stata come sempre un’ottima collaboratrice. Avevo lavorato con lei altre volte, è anche una delle protagoniste del mio corto Liscivia, in cui interpreta una romana ‘de borgata’, anche se ha origini milanesi. Il suo contributo fa sempre la differenza; è una cara amica e un’attrice fantastica, abituata a dare sempre il massimo. Adesso stiamo scrivendo insieme un film prodotto da Kess Film, una casa di produzione che ha sede a Berlino. Titolo provvisorio: Happy Birthday; è una cosa abbastanza spregiudicata che parla di aborto, una specie di commedia nera con forti tratti surreali, basata su una storia vera — ma siamo ancora a una fase ‘embrionale’. Colgo l’occasione per ringraziare anche il resto della troupe di Greberming: oltre a Carolina Paterni, già menzionata, hanno partecipato anche il direttore della fotografia Francesco Giorgi, la produttrice Ilaria Capornante e il montatore Diego Berrè. L’apporto di Diego è stato decisivo nella ricerca e nella creazione di un linguaggio ‘non convenzionale’ che fosse in grado di descrivere un’esperienza così ambigua e bizzarra.
Quindi ti ispiri sempre a cose pre-esistenti come leggende locali o fatti di cronaca?
Non ci avevo mai pensato. Ora che ci penso è vero. Oltre che di enigmistica sono appassionato anche di cronaca nera.
Greberming - Sorto dalle Ceneri è in concorso per la seconda edizione de L'Aquila Horror Film Festival (28-31 ottobre 2017).
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