24 maggio 2019

[RECENSIONE] L'Angelo del Male - Brightburn

Brandon (Jackson A. Dunn) è un ragazzino adottato da Elizabeth Banks e David Denman che scopre di essere un'extraterrestre dai super poteri. Guidato da una voce che gli ordina di conquistare il mondo, comincerà a eliminare chi gli mette i bastoni tra le ruote, a cominciare dalle persone con le quali ha a che fare tutti i giorni.

Queste poche informazioni ricordano vagamente Chronicle: il film di Josh Trank scritto da Max Landis sui tre studenti di college anche loro investiti di punto in bianco da capacità sovrumane, con uno di loro (Andrew, Dane DeHaan) che le userà per vendicarsi dei torti subiti dalla vita.

Brandon però non utilizza le sue capacità sovrumane per rifarsi con i bulli o il prof che gli ha messo un brutto voto, anche perché lui a scuola è molto bravo. Il ragazzino per prima cosa va a trovare la compagna di scuola che gli piace (Emmie Hunter), riuscendo però solo a terrorizzarla. Da lì inizia la catena di eventi disastrosi e l'utilizzo del rudimentale costume da anti super eroe per la sua conquista del globo. Il ragazzino però cerca anche di avvisare le persone care che gli stanno intorno di farsi da parte per non finire male. Il buon senso lascia però sempre più il posto al sadismo. Brandon è una specie di Superman oscuro, dal temperamento freddo e distaccato come se avesse la sindrome di Asperger, alla lontana rimanda quello misantropo ipotizzato da Bill in Kill Bill, senza però il freno morale che proibisce all'eroe DC di fare piazza pulita dello stupido e debole genere umano. Viene anche lui da un altro pianeta, ha anche lui super poteri e una quasi totale invulnerabilità, battibile solamente con un elemento proveniente dal suo mondo.

Metafora degli stravolgimenti della pubertà, ma anche capovolgimento del concetto di super eroe, L'Angelo del Male - Brightburn ha senza dubbio il merito di concludere ciò che inizia senza ripensamenti, di osare più di un blockbuster dagli sviluppi e dal finale consolatorio. Merito di una produzione piuttosto indipendente (7 mln di dollari, alla faccia del low budget) guidata da James Gunn de I Guardiani della Galassia.

Quello che non convince sono certe soluzioni sbrigative soprattutto nella seconda parte, come quando Noah (Matt Jones) viene aggredito nel suo garage dal nipote Brandon (lo fa volare sbattendolo contro la serranda). Non appena si riprende dal duro colpo invece di andare dalla moglie Merilee (Meredith Hagner) -che dorme al piano di sopra e accertarsi che stia bene- prende l'automobile in cerca del ragazzo, andando -ovviamente- incontro a morte certa, fine già anticipata dalla clip promozionale pubblicata all'inizio del mese dalla Sony.


L'Angelo del Male - Brightburn, diretto da David Yarovesky (The Hive) e scritto dal fratello Brian e il cugino Mark di James Gunn, è dunque un film riuscito solo in parte: se da un lato c'è uno spirito nero e alternativo, echi lovecraftiani e da fantascienza anni '50 nella cantina chiusa col lucchetto dove i genitori adottivi di Brandon conservano i resti dell'astronave aliena, e la voglia di utilizzare alcuni espedienti del salto dalla sedia in maniera originale, dall'altra ci sono ingenuità e scorciatoie uscite fuori forse anche per la voglia e la fretta di mantenere a tutti i costi fino in fondo lo scopo e lo spirito principale anti happy end.

Tra horror e cinecomix, L'angelo del Male è comunque un apprezzabile tentativo di dare una rinfrescata a due generi sempre uguali a loro stessi.


Malgrado la conclusione in qualche modo definitiva, le premesse per un seguito ci sono (furbamente) tutte.

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