12 marzo 2014

[RECENSIONE] Lei

Solitudine, empatia, cinema.
Queste sono le prime tre parole che mi vengono in mente a proposito di Lei.
La prima è quella più immediata perché Theodore è solo. Sta per divorziare e vive la cosa come un lutto. Così Spike Jonke, regista e sceneggiatore del film, ci presenta all'inizio la questione. Alludo alla prima, credo, immagine di Catherine, la quasi ex moglie. Un'immagine che arriva dalla sua mente, è un suo ricordo, che sommata con quanto sta dicendo/pensando in quel momento fa pensare che sia vedovo, che Catherine (Rooney Mara) sia morta.
Insomma, gli crolla il mondo addosso e vede tutto nero. Finché non acquista un software nuovissimo, oltremodo intelligente, lo sceglie donna, lei si autonomina Samantha e pian pianino i due si innamorano.
Cosa fa sì che Theodore si innamori di Samantha? La sua innocenza, il suo stupore nello scoprire cose nuove, la sua ironia. Lo dice lui stesso con molto candore al collega in occasione del picnic: non è una cosa sola, sono molte insieme. Theodore (Joaquin Phoenix) è intrigato soprattutto dal fatto che Samantha non sia reale. Forse è un vigliacco oppure un sognatore romantico intrappolato da mille pippe mentali. A dar retta a Catherine, la prima che ho detto.
Lui, vuoi quindi per codardia o per altra vocazione, ha desiderato da sempre una relazione incorporea, dove tutto equivale a niente ma rende possibile gestire le emozioni per liberare l'empatia definitivamente.
Ecco, l'empatia.
Theodore scrive lettere al posto di altri e lo fa utilizzando l'empatia. Gli riesce facile con le persone per le quali scrive lettere da anni, ma non ha problemi ad immaginare le vite altrui neanche partendo da zero, come quando osserva (con Samantha) le dinamiche dei tre sconosciuti nel centro commerciale.
Samantha, proprio per la sua voglia di scoprire cose nuove, dimostra di essere predisposta, come Theodore, per l'immedesimazione. Scoprire cose nuove, relazionarsi con esse, porta anche lei ad una presa di coscienza e ad una maturazione che tiene conto del fatto di non avere un corpo. Per Theodore sarà una bastonata che forse gli aprirà gli occhi salvandogli la vita.
Troppo scontato vederci in qualche modo il fantasma della relazione amorosa che ci fu tra Spike Jonze e Sofia Coppola? E di vedere il cinema come mezzo per esorcizzare le nostre paure?
Lei in realtà è molto di più, soprattutto è un ritratto dei tempi moderni, per banalizzare ancora di più, sempre più incerti, immateriali, che non fanno altro che allontanare tra loro gli esseri umani, tempi dettati da tecnologie effimere e intrappolanti. Per uscirne bisogna solamente ritornare in qualche modo indietro, alle origini, ad una semplicità e innocenza perduta ma reale e palpabile come il semplice abbraccio che conclude il film.

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