25 giugno 2014

[RECENSIONE] Incompresa

Si ha l'impressione, anche per chi non conosce minimamente chi sia la sua autrice, cosa quasi impossibile, lo so, che Asia Argento con questo Incompresa, suo terzo film da regista, si sia voluta togliere qualche sassolino dalla scarpa, non tanto per esorcizzare il suo rapporto con i suoi genitori quanto piuttosto per spiegare agli altri, al pubblico ignorante e con la puzza sotto al naso, il perché di tanti aspetti anticonvenzionali, addirittura antipatici del suo carattere e del suo personaggio dovuti soprattutto a causa della sua infanzia travagliata.

Con Incompresa insomma Asia Argento spiega al pubblico il percorso che l'ha portata ad essere quella che oggi è. E lo fa senza rancore nei confronti dei genitori Dario Argento e Daria Nicolodi, che nel film diventano un attore cane (Gabriel Garko) e una pianista che non sfonda (Charlotte Gainsbourg).
Aria (che, tra l'altro, è il vero nome di battesimo di Asia perché all'epoca era illegale registrare all'anagrafe i nomi dei cinque continenti, mentre adesso i figli vengono registrati quotidianamente, ed è legale, con i nomi dei calciatori e dei personaggi più beceri del cinema e della tv, ma qui ci addentriamo in territori che davvero non vogliamo affrontare) Aria (Giulia Salerno), dicevamo, vive la loro separazione tra una casa e un'altra, con un padre superstizioso, Dario è notoriamente ipocondriaco e fifone, e una madre che si è scopata uomini, donne e persino i nani e che spesso la lascia fuori la porta se è impegnata in qualche avventura sessuale.
Con le sorelle non va tanto bene: Donatina nel film (interpretata dalla figlia della regista e Morgan)/Anna nella realtà (morta in un incidente stradale nel '94) e Lucrezia, alterego di Fiore, attrice e stilista, nate da precedenti relazioni dei genitori, una troppo piccola e l'altra troppo stronza e grandicella per averle come complici/amiche.
L'unica consolazione è la compagnia del suo gatto nero Dac (anche qui si nasconde un cenno autobiografico essendo la Dario Argento Cummunication una vecchia casa di produzione messa su dal papà) e l'amicizia con la sua compagna di scuola insieme alla quale sfoga in qualche modo le sue angosce fumando di nascosto nel bagno della scuola, fino a sentirsi male, oppure facendo innocenti scherzi telefonici ai vicini di casa. Le altre compagne la vedono malamente, con invidia, perché figlia di un papà famoso. Il ragazzino biondino un po' bulletto skater di cui è neanche troppo segretamente innamorata non se la caga di striscio, stessa cosa fa lei però con il ragazzino impacciato e un po' ciccione che le urla da sotto la sua finestra il suo amore. Aria scopre a sue spese e di rimando sperimenta sugli altri la crudeltà della vita. La festa a casa sua racchiude benissimo questo concetto. Aria apre la porta agli invitati e quando vede il ragazzo ciccio dice delusa -ah sei tu- le si illuminano invece gli occhi quando sull'uscio si presenta il suo biondino che però complici anche gli altri crudeli compagni riserverà ad Aria un'altra lezione di vita.
Incompresa è questo: un film in bilico in qualche modo tra spensieratezza e crudeltà, un viaggio formativo contenitore di tutti i pro e i contro di una vita complicata già in giovane età.

Curiosità: produttore esecutivo del film è Scott Derrickson, la fotografia è curata dal grande Nicola Pecorini.

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