08 marzo 2016

[RECENSIONE] Lo Chiamavano Jeeg Robot

Deadpool, l'ho scritto e lo ribadisco, tolte le parolacce e la violenza resta un cinecomix come gli altri. Una americanata come tante altre, con una storia come tante altre. Un compitino facile e furbo.
Il film italiano del momento, Lo chiamavano Jeeg Robot, invece tenta di andare oltre certi cliché.
Banalmente mi riferisco al fatto che la storia è ambientata a Tor Bella Monaca tra borgatari delinquenti, ma parlo soprattutto dell'alternarsi di scene divertenti a momenti decisamente drammatici. Penso alle non banali sfumature che caratterizzano i tre personaggi principali, agli archetipi che essi rappresentano e al loro evolversi durante il film. Parlo dunque di alcuni sviluppi della storia. Della violenza che non è mai divertita ma sempre drammaticamente reale.
Questo ed altro, come le convincenti interpretazioni degli attori, fa di Lo Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti un buon film: qualcosa di anomalo, inaspettato, coraggioso oserei dire. Non è il perfetto capolavoro che molti stanno gridando, ma questa sua volontà di andare oltre il compitino facile facile, questi suoi odori di polvere (anche da sparo) e vernici spry, me lo fanno piacere istintivamente più del banale Deadpool.
Il regista Mainetti tocca tenerlo d'occhio.

Alcuni temi portanti del film, come l'ossessione-maschera di un trauma subito, c'erano già nei lavori precedenti del regista anch'essi sceneggiati da Nicola Guaglianone. Corti che potete vedere visitando la pagina YT della Goon Films (link).

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