10 maggio 2019

[EXTRA] Una riflessione sul trailer di It Capitolo 2

Ci provo ad essere imparziale e non prevenuto sui film ancora da vedere.

Con la seconda parte di It,  diretta come la precedente da Andrés Muschietti,  parto decisamente in difficoltà.
La prima non mi ha fatto impazzire, e non è piaciuta neanche ad Antonietta Masina. Quello che scrissi non lo ricordo. Neanche a distanza di tempo posso dire che mi ha lasciato qualcosa. Perché col tempo,  anche se non lo si è rivisto, capita che si cambi giudizio su un film: ci continui a pensare perché in qualche modo ti è entrato dentro. Con It non è successo niente di tutto questo.

Va da sé che parto un po' prevenuto.

L'uscita del tanto atteso primo trailer del capitolo 2 (in uscita nelle nostre sale il 5 settembre) forse chiarisce ogni mio dubbio su cosa non mi era piaciuto della prima parte.

Tocca forse premettere che il nuovo film si svolge ventisette anni dopo il primo capitolo.


Nel filmato vediamo Jessica Chastain (Bevery adulta) bussare alla porta della casa dove abitava da bambina, quindi nel primo film.
Le apre la porta una anziana signora tanto a modo. La accoglie in casa lasciandola libera di andare dove vuole a cercare tracce del suo passato. Tra la polvere, perché l'abitazione è parecchio trascurata (indizio), trova una lettera d'amore che le scrisse Bill. Mentre sono sedute a chiacchierare qualcosa di strano accade: la signora va qualche secondo in freez dopo averle detto che lì a Derry chi muore non muore veramente.


Mentre la vecchina si allontana per preparare tè e biscotti, Bev scopre che il padre era un clown di un circo, indovinate un po' chi era? Vede la foto con il pagliaccio insieme alla figlia piccola e la scritta sul carro "Pennywise" e noi vediamo sullo sfondo sfuocato, alle spalle della Chastain che quindi non vede, la vecchia dimenarsi a scatti nuda o spiare la donna facendo cucù da dietro la parete.

Nel giro di poco si mette dentro la clip ogni tipo di stereotipo horror. Dai movimenti scattosi alla Silent Hill, allo jump scare telefonatissimo perché preannunciato proprio dalle cose che la vecchina-Pennywise fa alle spalle di Bev/Chastain. Insomma la solita roba ben confezionata ma vuota, senza cattiveria né inventiva ma parecchio prevedibile, buona solo ad attirare a sé fulminati, polli e bimbi minkia rassicurati dal fatto che sarà molto più splatter del primo.

La verità (parolone) è che siamo spacciati: remake, adattamenti, operazioni nostalgia, cinefumettoni, saghe, spin-off sono sinonimo di furba pigrizia.


Sono questi però i film che comandano il botteghino. I titoli interessanti passano quasi sempre inosservati, schiacciati dalla prepotenza di questi blockbuster.
Ci sono eccezioni: ogni tanto esce fuori un regista indipendente che sbanca nelle sale con il suo film, distribuito da qualche lungimirante Major. Il più delle volte per lui sarà l'inizio della fine della sua libertà.

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